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giovedì 17 novembre 2016

IL COORDINATORE NAZIONALE GIOVANI UDC MARCO MARTINO PER PARTECIPARE ALLA CONFERENZA STAMPA SUL NO AL REFERENDUM DI DICEMBRE




 L’Aquila, 15 nov. – “Questa riforma fa promesse bugiarde perche’ alimenta una speranza di cambiamento epocale che poi nella pratica non c’e’. Si individua un Senato androgino del quale non e’ chiaro come venga definita la rappresentanza e quale funzione svolga. In realta’, sganciato dalla fiducia al governo, un Senato cosi’ concepito diventa una mina vagante che finisce per complicare piuttosto che semplificare l’iter legislativo, ammesso che in Italia la velocita’ nella produzione legislativa sia un problema”. Lo ha dichiarato il vicesegretario Udc Giuseppe De Mita intervenendo questa mattina ad una conferenza stampa a L’Aquila promossa dal coordinamento regionale Udc Abruzzo per illustrare le ragioni del no al referendum del 4 dicembre prossimo. Alla conferenza stampa hanno partecipato Marco Martino, coordinatore nazionale dei Giovani Udc, Enrico Di Giuseppantonio, coordinatore regionale del partito, il coordinatore regionale Giovanile Riccardo Cicchetti, i segretari delle province abruzzesi Lino Cipolloni, Andrea Buracchio e Valter Cozzi, il segretario cittadino di L’Aquila Luciano Bontempo. (AGI
“La riforma cancella la burocrazia? – ha aggiunto De Mita – No, nel testo approvato non c’e’ niente che faccia riferimento alle istituzioni della burocrazia. La riforma riduce i costi della politica? Si’, ma si tratta di una riduzione minima ed illusoria. Mi domando allora perche’ il Pd si sia rifiutato di discutere la proposta di legge del M5S sulle indennita’ dei parlamentari. La gente deve sapere che quella legge, che io non condivido e che non avrei votato, portava ad una riduzione dei costi superiori a quella prevista con la riforma”. “In un Paese gia’ diviso e lacerato – ha cosi’ concluso il vicesegretario Udc – il referendum introduce un’altra divisione che non serviva. La personalizzazione del voto sulla sua persona cosi’ fortemente voluta da Renzi che ha inteso fare del referendum un plebiscito sul governo generera’ una condizione di incertezza e di instabilita’. All’indomani del referendum avremo un Paese ulteriormente diviso. E dovremo, percio’, lavorare per recuperare faticosamente una condizione di unita’”. Marco Martino sottolinea “come questa riforma pasticciata tradisce le aspettative del territorio, emarginando soprattutto le periferie”.

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