«Ennesimo scippo ai cittadini. Sistema sanitario al collasso
totale»
IL RIDIMENSIONAMENTO delle guardie mediche della provincia
ha provocato diverse critiche, diverse reazioni. Tra queste quella di Marco
Martino, coordinatore provinciale Udc. Aveva già reso pubbliche le sue
preoccupazioni alcuni giorni fa, ma ora è voluto ritornare sull’emergenza sanità.
«Penso che la soppressione delle guardie mediche in tanti Comuni del vibonese
sia l’ennesimo scippo ai tanti cittadini, che soffrono sempre più le falle e le
pecche di un sistema sanitario ormai al collasso totale», ha detto Martino. L’Udc
ha gridato il suo dissenso per una strategia che va a sopprimere quei presidi
di primo soccorso utili per molti centri. Pizzoni, Simbario, Mongiana,
Capistrano, Drapia, Spilinga, Zungri, Joppolo, San Gregorio, Sant'Onofrio e
Vibo 2, sono solo alcuni dei centri coinvolti nella riorganizzazione della rete
ospedaliera in atto. «Da 39 si è scesi a 26, più avanti si arriverà a 23. Serve
fronteggiare l’emergenza, è anche una questione di isolamento. – ha insistito
Martino – La riduzione dei presidi è una botta cruciale, che fa venir meno il
diritto alla salute dei cittadini. Si, la pagheranno loro, la pagheremo noi,
come sempre». Per il giovane coordinatore in molti «si affidano a questi centri
di primo soccorso anche per le evidenti distanze dal nosocomio cittadino», per un
primo intervento. Proprio per questo motivo «le guardie mediche hanno un ruolo
assolutamente importante», ma la riorganizzazione in atto «rischia di
emarginare ulteriormente le persone che abitano nei Comuni della Provincia
coinvolti». Una preghiera, poi, ad Angela Caligiuri, direttore generale della
Asp di Vibo, «appena arrivata e dimostratasi subito capace e decisa ad
affrontare le problematiche che affliggono il nostro territorio». La speranza
di un incontro utile a trovare insieme le soluzioni per contenere l’emergenza. «Confidiamo
in una convocazione di un tavolo tecnico, affinché si affronti il problema con
serietà assieme ai rappresentanti a livello locale e regionale, alle forze
politiche, sindacali e istituzionali. La questione deve arrivare a Roma. Serve
un necessario intervento per arginare le difficoltà di un’intera Provincia
all’abbandono», ha continuato il coordinatore. Serve, però, il supporto di
tutti, anche dei cittadini. Per lui e per il suo gruppo, impegnato proprio in
questi giorni nella campagna di tesseramento, sarà battaglia. «Una battaglia di
dignità per il territori, senza i vincoli dell’appartenenza politica, perché
quando si parla di sanità, di salute dei cittadini, dobbiamo sentirci tutti
coinvolti. Tutti, indistintamente», ha asserito Martino. Come fare? Anche con
delle azioni dimostrative. «Se necessario siamo pronti a scendere in piazza per
urlare il nostro dissenso. Va bene il tavolo tecnico, ma ci deve essere una
reazione. Di fronte a determinate decisioni non si può restare impassibili e
continuare a subire».
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