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mercoledì 9 marzo 2016

IL COORDINATORE REGIONALE DEI GIOVANI UDC MARCO MARTINO SI SCAGLIA CONTRO LA SOPPRESSIONE DELLE GUARDIE MEDICHE





«Ennesimo scippo ai cittadini. Sistema sanitario al collasso totale»

IL RIDIMENSIONAMENTO delle guardie mediche della provincia ha provocato diverse critiche, diverse reazioni. Tra queste quella di Marco Martino, coordinatore provinciale Udc. Aveva già reso pubbliche le sue preoccupazioni alcuni giorni fa, ma ora è voluto ritornare sull’emergenza sanità. «Penso che la soppressione delle guardie mediche in tanti Comuni del vibonese sia l’ennesimo scippo ai tanti cittadini, che soffrono sempre più le falle e le pecche di un sistema sanitario ormai al collasso totale», ha detto Martino. L’Udc ha gridato il suo dissenso per una strategia che va a sopprimere quei presidi di primo soccorso utili per molti centri. Pizzoni, Simbario, Mongiana, Capistrano, Drapia, Spilinga, Zungri, Joppolo, San Gregorio, Sant'Onofrio e Vibo 2, sono solo alcuni dei centri coinvolti nella riorganizzazione della rete ospedaliera in atto. «Da 39 si è scesi a 26, più avanti si arriverà a 23. Serve fronteggiare l’emergenza, è anche una questione di isolamento. – ha insistito Martino – La riduzione dei presidi è una botta cruciale, che fa venir meno il diritto alla salute dei cittadini. Si, la pagheranno loro, la pagheremo noi, come sempre». Per il giovane coordinatore in molti «si affidano a questi centri di primo soccorso anche per le evidenti distanze dal nosocomio cittadino», per un primo intervento. Proprio per questo motivo «le guardie mediche hanno un ruolo assolutamente importante», ma la riorganizzazione in atto «rischia di emarginare ulteriormente le persone che abitano nei Comuni della Provincia coinvolti». Una preghiera, poi, ad Angela Caligiuri, direttore generale della Asp di Vibo, «appena arrivata e dimostratasi subito capace e decisa ad affrontare le problematiche che affliggono il nostro territorio». La speranza di un incontro utile a trovare insieme le soluzioni per contenere l’emergenza. «Confidiamo in una convocazione di un tavolo tecnico, affinché si affronti il problema con serietà assieme ai rappresentanti a livello locale e regionale, alle forze politiche, sindacali e istituzionali. La questione deve arrivare a Roma. Serve un necessario intervento per arginare le difficoltà di un’intera Provincia all’abbandono», ha continuato il coordinatore. Serve, però, il supporto di tutti, anche dei cittadini. Per lui e per il suo gruppo, impegnato proprio in questi giorni nella campagna di tesseramento, sarà battaglia. «Una battaglia di dignità per il territori, senza i vincoli dell’appartenenza politica, perché quando si parla di sanità, di salute dei cittadini, dobbiamo sentirci tutti coinvolti. Tutti, indistintamente», ha asserito Martino. Come fare? Anche con delle azioni dimostrative. «Se necessario siamo pronti a scendere in piazza per urlare il nostro dissenso. Va bene il tavolo tecnico, ma ci deve essere una reazione. Di fronte a determinate decisioni non si può restare impassibili e continuare a subire».

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